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560KM DI CORSA IN SOLITARIA NEL DESERTO IN OMAN

Hamed Al-Harthy vince la sua sfida: 560Km di corsa in solitaria nel deserto in Oman! 

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Il suo sogno #BorderToCoast è ora realtà e noi di TRM che lo abbiamo preparato e seguito passo passo in questa avventura lo abbiamo intervistato per voi.

Ce l’ha fatta!

Era un sogno che Hamed Al-Harthy, un ultra trail runner di 62 anni, coltivava da molti anni….  Attraversare il deserto del suo amato paese, l’Oman, per una causa benefica. ma anche per dimostrare a se stesso di essere lui stesso un vero endurance trail runner.

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Il trail runner dell’Oman, appassionato di sfide estreme, dopo aver compiuto la scalata del Kilimangiaro e partecipato alla UTMB, ha deciso di affrontare una nuova avventura mai compiuta da un essere umano: attraversare il deserto correndo da solo per più di 500 chilometri.

Ci sono voluti mesi per studiare il percorso di 560 chilometri che attraversa il deserto dell’Oman e valutare tutti i potenziali rischi e pericoli, ma alla fine di giugno del 2021 la traccia è stato completata e la decisione presa!

UNA SFIDA ESTREMA

Il percorso inizia nella parte occidentale dell’Oman – esattamente al confine tra Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Oman – e finisce nel punto più orientale della penisola arabica.

Il percorso di trail running lungo 560 km

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È un viaggio lungo centinaia di chilometri che attraversa colline sabbiose, strade nel deserto e fiumi in secca. Questo percorso di trail running è uno dei più lunghi mai progettati in Oman.

Le maggiori criticità sono il clima molto caldo e la mancanza di acqua potabile e punti di assistenza. Durante il giorno, soprattutto dalle 10 alle 18, le temperature sono quasi proibitive e quindi per gran parte del tempo si è costretti a correre durante la notte. Infatti i gradi possono variare da 28° nella notte fino a 41° durante il giorno

Le temperature in Oman a marzo

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Il mese di marzo non è il periodo più caldo dell’anno, ma è comunque tra i mesi più caldi ed impegnativi!

IL GRANDE DUBBIO E LA SOLUZIONE

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Dopo un’iniziale fase di eccitazione ed euforia è sorto un grande dubbio: chi può allenarmi per un’avventura così folle?

Hamed ha iniziato a cercare su Google un allenatore specializzato nella lunga distanza e ha trovato il Transpyrenea Extreme Project e letto di altre avventure estreme di trail running completate da atleti TRM in tutto il mondo (MDS, Lago Baikal, Tour Monte Rosa, Tor Des Glacier, AV501..)

Era la fine di agosto quando ha preso la decisione, solo sei mesi prima dell’inizio dell’avventura… Una sfida sportiva o un miracolo?

Al termine di una web call, i fondatori di Trail Running Movement, Cristina e Marco, entrambi allenatori ed atleti esperti di Ultra Trail, hanno accettato la sfida e, senza perdere tempo, hanno iniziato a lavorare al fianco di Hamed.

L’obiettivo principale della preparazione atletica era di migliorare velocemente le prestazioni nella corsa di endurance, rinforzare il core e la parte inferiore del corpo, sperimentare sul campo le risposte fisiche ed apporre i correttivi in funzione delle caratteristiche dell’atleta.

Per raggiungere l’obiettivo è stato deciso di utilizzare due diversi piani di allenamento che si completano a vicenda:

TRM Endurance Plan 500  perfetto per sviluppare la resistenza nella corsa

TRM Desert Running plan ideale per lavorare sull’adattamento all’ambiente del deserto.

L’INTERVISTA A HAMED AL-HARTHY

Ascoltiamo le parole di Hamed e la sua incredibile storia di extreme trail running…

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TRM: Come è nata la sfida?

Hamed: L’idea è nata per caso quando ho letto di alcune gare di lunga distanza in Oman, da 130 a 350 km, che venivano percorse da nord a sud del paese (es.: TransOmania, Oman di UTMB).

Così ho pensato: “Perché non attraversare l’Oman per la sua massima larghezza, da Ovest a Est, dal centro del deserto all’Oceano Indiano?”

Il percorso che abbiamo progettato è totalmente nuovo.

Nessuno ha mai tentato di attraversare il deserto dal confine degli Emirati Arabi Uniti fino alla città costiera di Sur, attraversando: Lakhweir, Fahud, Al Ghalbi, Nahda, Ras Al Jabal, Adam, Sinaw, Mudhereb, Al Fath, Al Wasil, Bidiya e Al Kamil Al Wafi.

Ho iniziato questa fantastica avventura e sfida, su cui ho investito molto tempo e tutto me stesso, coinvolgendo un pò tutti,  il 13 marzo alle 11:30 e ho finito il 21 marzo alle 16:30 circa.  Oltre una settimana di intense gioie e dolori che non dimenticherò mai!

TRM: Puoi dirci di più sul percorso? Le sue bellezze o le sue difficoltà?

Hamed: Il percorso che abbiamo pianificato è nato con l’obiettivo di diventare l’itinerario di trail running più lungo del paese. L’idea iniziale era di attraversarlo in linea retta, successivamente mi sono reso conto che sarebbe stato molto difficile; se non impossibile. Infatti avrei dovuto attraversare moltezone caratterizzate da dune del deserto, totale assenza di strade, indicazioni o riferimenti, villaggi e presenza umana. Troppo rischioso ed economicamente insostenibile.

Per questo motivo ho elaborato un nuovo tragitto, caratterizzato da un mix di percorsi trail e di strade asfaltate così da ridurre drasticamente i costi di assistenza e poter portare avanti la mia sfida.

Hamed Al-Harthy che corre attraverso i villaggi del deserto

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Il nuovo percorso è risultato molto interessante perchè contraddistinto da diversi e variegati tipi di ambienti: dune di sabbia del deserto Wahiba, montagne rocciose, valli piene di alberi di datteri (wadis), mandrie di cammelli, villaggi con persone che mi hanno continuamente incoraggiato e sostenuto.

Tutto questo non si può apprezzare se si corre in solitaria nel deserto.

Nonostante il cambio di traccia, la difficoltà maggiore si è manifestata nelle zone di Lakhweir e Fahud, un calore impossibile che ha raggiunto i 41 gradi! Un vero forno!

In queste zone è stato impossibile correre durante la maggior parte del giorno.

TRM: Come ti sei preparato per questa impegnativa sfida nel deserto?

Hamed: All’inizio di settembre 2021, dopo la gara UTMB in Francia, ho contattato i Coach di Trail Running Movement . Ho completato l’Analisi del Potenziale dell’Atleta  ed intorno al 13 settembre ho ricevuto la mia prima tabella di allenamento, che ho iniziato subito ad eseguire in maniera pedissequa, giorno dopo giorno.

Il piano di allenamento era ben strutturato e comprendeva sessioni di corsa sulle colline, sessioni di ripetute da 400 metri, corse lente facili alternate a corse dure e lunghe. Le tabelle di allenamento personalizzate erano impegnative ma con carichi di lavoro progressivi e ben equilibrati con sufficienti giorni di riposo e recupero. Sono stato costante e ho seguito il piano in maniera disciplinata per il 95% delle sessioni previste.

Inoltre ho avuto modo di discutere con gli allenatori TRM sulla strategia di nutrizione per la sfida al fine di trovare un corretto bilanciamento tra cibo e bevande per affrontare l’ambiente desertico e la scarsa assistenza lungo il percorso. Prima di iniziare la sfida ho provato diverse strategie nutrizionali suggerite dagli allenatori TRM ed insieme individuato quella migliore per adattarsi all’ambiente ed esaltare le prestazioni atletiche, nonostante le difficoltà.

Pochi giorni prima della sfida ho messo a punto tutta la strategia di corsa e di alimentazione  combinandola con l’assistenza di cui potevo approfittare lungo il percorso.

Hamed Al-Harthy che corre di notte

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TRM: Quali sono state le principali difficoltà che hai incontrato? E soprattutto come le hai superate?

Hamed: Il caldo estremo del deserto, sebbene io viva in Oman, è stata una sorpresa, non me lo aspettavo! Addirittura sono stato costretto a versare acqua fredda sul mio corpo per raffreddarlo e bere fino a 10-13 litri di acqua con sali minerali.

Un’altra esperienza difficile è stata dormire. Ho dovuto spesso dormire quattro o cinque ore durante il giorno, per evitare di correre a causa del caldo estremo, e quindi diminuire il sonno di notte a non più di 3 ore.

Correre nel deserto può causare allucinazioni: si vedono oggetti strani! Per esempio le piattaforme petrolifere di notte sembrano molto più vicine, ma in realtà si trovano ad oltre 40 km di distanza. Sfortunatamente, i benefici psicologici di suddividere la corsa in fasi più brevi non ha funzionato al meglio perché nel deserto c’è una monotonia paesaggistica senza fine… C’erano veramente poche novità che avrebbero potuto stimolarmi, così giorno dopo giorno, mi sono semplicemente abituato ad accettare la realtà.

Poi, a poco a poco, sono sorti alcuni problemi fisici. Inizialmente ho sofferto della sindrome della banda Ileo-Tibiale, che è stata molto dolorosa per gran parte del viaggio. Ho organizzato una web call con gli allenatori TRM e ho cercato di trovare la giusta soluzione. Ho gestito il problema usando impacchi di ghiaccio, facendo esercizi di stretching e, in limitate occasioni quando il dolore ha raggiunto il picco più alto, ho usato alcune compresse di ibrufen (ero preoccupato poichè mi era stato consigliato di non utilizzarle per il possibile effetto pericoloso che può insorgere in situazioni di disidratazione).

Vesciche da corsa

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Un’altra esperienza fastidiosa e di difficile gestione sono state le vesciche. La soluzione trovata con gli allenatori TRM è stato quello di rimuovere l’acqua all’interno della bolla e, successivamente, disinfettare con il Betadine, mattina e sera.

Per quanto riguarda gli aspetti mentali, il problema maggiore è stata la mancanza di sonno: infatti quando andavo a dormire mi assaliva l’ansia di dovermi svegliare già 2 ore dopo! Per non parlare del fatto che, molto spesso, bisogna ero costretto a dormire in preda a forti dolori ai muscoli e tendini delle gambe.

I problemi di disidratazione nel deserto, un elemento strategico della preparazione

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Ho cercato di superare tutti questi problemi ricordandomi quale fosse il mio obiettivo: raggiungere la città costiera di Sur.  Man mano che procedevo, ho cercato di adattarmi alle nuove realtà. Ho chiesto, espressamente, al mio team di assistenza di ricordarmi che la meta era sempre più vicina e di fugare i miei eventuali pensieri negativi aiutandomi a focalizzare il punto di arrivo, i progressi fatti e che ero ben preparato per arrivare al traguardo….

TRM: Qual è il tuo consiglio per coloro che vogliono provare ad affrontare una sfida impegnativa come quella che hai percorso?

Hamed: Dopo questa esperienza incredibile i miei umili suggerimenti sono di:

  • Pianificare la sfida dividendola in più parti, definendo anche i più piccoli dettagli
  • Essere costante con l’allenamento e di aggiornare tempestivamente gli allenatori per fare   valutazioni così da aggiustare il programma di allenamento
  • Concentrarsi nell’eseguire in maniera rigorosa il piano operativo della sfida, senza mettere a rischio la propria salute e, nel caso, preparandosi a passare al “Piano B”
  • Niente va al 100%, quindi essere pronti a cambiare il piano se è necessario. Di fronte a un problema inaspettato: bisogna rilassarsi e pianificare la soluzione
  • Usare un mantra o cose che ricordino gli obiettivi prefissati
  • Se si ha la possibilità, scegliere con cura il proprio team di assistenza e, sopratutto, scegliere un allenatore esperto di imprese estreme ultra trail e, poi, essere disciplinato nell’eseguire l’allenamento. Se necessario, aggiornare tempestivamente il proprio allenatore per poter poter valutare eventuali variazioni al programma di allenamento.

Hamed che corre al tramonto nel deserto dell’Oman

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TRM: Quali sono i ricordi più significativi di questa sfida?

Hamed: Tutto il viaggio è un’esperienza incredibile. Ma ho ancora impresso nella mente:

La paura iniziale e le incertezze che ti avvolgono prima dell’inizio di un’impresa del genere.

La profonda solitudine che si prova quando si corre soli durante la notte.

La sofferenza e la gestione delle ferite ed infortuni alla gamba e al piede.

La felicità quando attraversavo i villaggi ed incontravo le persone che mi applaudivano e mi spronavano a non mollare e ad andare avanti.

La complicità con la mia squadra di assistenza.

La forte demotivazione quando ho capito che non potevo farcela in 6 giorni come previsto.

La gratitudine verso i miei allenatori quando mi davano consigli e trovavano soluzioni ai miei problemi.

Un turbinio di emozioni quando ho potuto vedere, lontano, l’obiettivo finale della sfida.

La gioia e orgoglio di aver completato la sfida.

La strana sensazione di vuoto i giorni dopo la sfida!

Arrivo di Hamed Al-Harty a Sur

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Sono sicuro che quasi tutti gli ultra trail runner comprendono la maggior parte delle mie sensazioni ed emozioni…Sono felice di aver l’opportunità di poterle condividere trasmettendo la mia soddisfazione e  passione!

Salum Abdalah Mohamed Al Mukheiny dà un premio simbolico: una nave tradizionale araba

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Un sincero ringraziamento agli allenatori di Trail Running Movement per il supporto professionale e amichevole.

Aspettatemi,  Vi richiamerò per la mia prossima sfida estrema… già in cantiere!

 

 

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Cristina Tasselli

Direttore Marketing Strategico Digitale - Innovation Manager certificato MISE - in aziende multinazionali, è ancora oggi l’unica atleta donna italiana ad aver percorso 900 km e 55.000mt D+ in montagna in una gara in tappa unica (Transpyrenea 2016, 3° ass. donne). Conta numerosi Podi e Vittorie internazionali sulle gare over 100k. Ha conseguito le certificazioni SNaQ CONI in Allenatore di Trail Running, Preparatore Atletico e in Alimentazione ed Integrazione Sportiva. Dal 2014 è Presidente e dirigente sportivo di società e startup tecnologiche innovative, tra cui Trail Running Movement e Digital Sport 360. Allena atleti elìte di trail running, è formatrice nei corsi per coach di trail running e autrice di articoli su allenamento, alimentazione e integrazione sportiva nelle discipline trail running e running, sia in italiano che in inglese e spagnolo. Gestisce rapporti e collaborazioni con Federazioni e Organizzatori di Gare.